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Enzo Bassetti

  • rivatiamo
  • 7 set 2015
  • Tempo di lettura: 5 min

Intervista ad Enzo Bassetti. Già Sindaco di Riva del Garda. Oggi responsabile della Pro Loco di Riva del Garda.

Nella sua veste di Direttore/Tuttofare della Pro Loco di Riva del Garda, quante iniziative coordina in città?

La Pro Loco ha cominciato a muovere i suoi primi passi da qualche mese e ha utilizzato questo tempo soprattutto per darsi un’organizzazione. Ha aperto subito con una serie di associazioni un rapporto di collaborazione che mira principalmente a dare assistenza nell’organizzazione delle loro iniziative, sia sotto il profilo amministrativo-burocratico, sia di progettazione dell’evento e di idee. Oggi collabora con Flicorno d’Oro, Concorso Corale, Notte di Fiaba, Viale Rovereto e gestisce direttamente la Casa di Babbo Natale e l’Accademia dell’Elfo. Auspichiamo di poter allargare la collaborazione anche ad altre associazioni e gruppi, nonché di aggiungere soci ai 35 che già vi fanno parte. C’è posto per chi ha voglia di fare e ama la propria città.

Come è cambiata negli anni l'animazione della città?

E’ cambiata? Riva è sempre stata molto attiva da questo punto di vista. Ci sono associazioni di lunga tradizione che sfornano iniziative interessanti, puntando sempre in alto. E’ nella storia della città per non dire nel dna dei rivani. Che poi negli ultimi decenni gli eventi abbiano avuto sempre più un “taglio” turistico è conseguenza dell’importanza del turismo nella nostra economia. Quello che, dal mio punto di vista, manca è una capacità di coordinamento di queste iniziative, nonché di organizzazione. C’è voglia di fare e di fare bene e ci si riesce. Però costa tanta fatica e anche risorse che potrebbero essere razionalizzate. Un esempio? La Pro Loco. Un’unica sede per 5 associazioni, unica attrezzatura d’ufficio e assieme si paga una dipendente, perché al giorno d’oggi serve anche questa. Grazie al volontariato scendono in piazza decine e decine di persone pronte a dare una mano, ma la complessità degli eventi odierni impone anche qualcuno che quotidianamente faccia qualcosa, che si orienti fra la burocrazia, le domande e le autorizzazioni, le banche, i fisco e gli atti amministrativi, risponda a mail e a telefonate. Quindi ci vuole anche qualcuno che vi ci si dedichi professionalmente e assolva questi ed altri compiti. Da questo punto di vista, fare eventi, è sempre più complicato e la gente sembra non capirlo.

Cosa sarebbe Riva del Garda senza la Notte di Fiaba?

Sarebbe una Riva senza Notte di Fiaba. Può piacere o meno, ma questo evento si svolge dal 1950 e prima di tutto è l’evento, se non altro per tradizione, di Riva. Bisognerebbe avere un po’ di più orgoglio di appartenenza alla città, di capire che le tradizioni e la storia ha un proprio valore che forma generazioni e comunità. Chiudere un evento, smetterlo di farlo, è facile, ne abbiamo un lungo elenco. Costruirne uno che sia di forte richiamo, sappia fare bella figura alla città e sia apprezzato invece ci vuole un sacco di tempo. Quindi anche nei momenti di difficoltà bisogna tener duro e capire il valore delle cose, come del fatto di dare continuità all’iniziativa. La Notte di Fiaba è una bella manifestazione, apprezzata dai più e con ottimi risultati di presenze e riscontri. Quindi per il Comitato si va avanti. Nel tempo la proposta è inevitabilmente cambiata. Oggi raccontiamo fiabe, intratteniamo famiglie e bambini, anche perché nessuno pensa a mettere in piedi grandi eventi per loro. La vera forza della Notte di Fiaba è stata di star al passo con i tempi, saper cambiare al mutare delle condizioni.

Quale è stata la maggior soddisfazione in questi anni?

Più di una, ma se proprio devo citarne una, il fatto di riuscire da vent’anni e più a portare a conclusione eventi importanti tutti frutto di un gran volontariato. Oltre alla già citata Notte di Fiaba, il Flicorno d’Oro, il Concorso Corale, il Bike Festival tanto per citarne alcuni. Molti non sanno cosa c’è dietro ad un evento, magari credono che ci sia il comune o qualche ente pubblico, invece c’è l’impegno di molte persone che si danno da fare prima a raccogliere i soldi necessari – e non sempre ci riescono – poi ad ideare e realizzare eventi di grande partecipazione. Il loro scopo? E’ di fare qualcosa per Riva, farlo bene, divertirsi e divertire, creare un gruppo. L’ente pubblico collabora, è indispensabile, ma da solo non è e non sarà mai in grado di fare quello che il volontariato fa. Per cui ci vorrebbe a volte maggior comprensione se qualcosa non riesce per il verso giusto o si sarebbe potuto fare diversamente. Le critiche fanno bene, ma i critici veri sono i più informati e conoscitori della materia, gli altri sono “ciacerele”.

Lei è stato anche il Sindaco di Riva. I rapporti tra le associazioni e l'Amministrazione sono sempre compicati?

Complicati? No, certo non sono semplici. L’ente pubblico ha un ruolo che non lo può esimere dal trattare le cose in un certo modo. La burocrazia in questi anni è diventata un nemico per tutti, quindi anche per le associazioni. Si può semplificare? In parte sì, ma spesso non dipende nemmeno dal Comune. E’ il mondo che va così, basta aprire il giornale quotidianamente per scoprire che qualcuno è chiamato ad una nuova incombenza. Bisogna attrezzarsi e assieme trovare la possibilità di qualche percorso diverso, anche le associazioni devono adeguarsi alle prassi più diverse.

Per lei quali sono le priorità per Riva del Garda?

Rimango in questo campo, perché ci vorrebbe troppo tempo per spaziare in altri. Riva non è una città facile, dal punto di vista organizzativo, per realizzare eventi. Il palazzo dei congressi è stato indispensabile per dare il via a varie manifestazioni, penso a Musica Riva, i concorsi bandistici e corali… La qualità oggi di questi eventi è superiore alla qualità delle sale. Per questo, se non ci si attrezza in al senso, è difficile che gli eventi possano crescere, come potrebbero ancora fare. Al di fuori di queste sale non c’è quasi nulla. In altre parole gli spazi sono la condizione per far nascere gli eventi. Le piazze del centro storico, per parlare di eventi all’aperto, hanno tutte qualche problema di cui bisogna tener conto: troppo esposte all’Ora (Battisti e Tre Novembre), occupate da mercati quotidiani (Cavour), su due piani (Erbe) aperte al traffico (Garibaldi). Per fare eventi all’aperto pertanto ci sono vari fattori condizionanti che non permettono di gestire le cose come andrebbero fatte, ma costringe a ricorrere a compromessi. Pertanto a volte si ottiene il meglio dal possibile, ma siamo lontani da quello che sarebbe meglio fare. Un ragionamento sugli spazi andrebbe quindi fatto. E’ stato peraltro proposto più volte, ma sembra non interessare più di tanto, pertanto…. andiamo avanti così.

Riva ti amo, perché…

Serve aggiungere altro?!?!


 
 
 

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