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Walter Bobicchio

  • rivatiamo
  • 9 ott 2015
  • Tempo di lettura: 3 min

Intervista a Walter "Bobo" Bobicchio, il basket rivano

L'esperienza di Manuel Playground ha riscosso ormai un enorme successo. E' più difficile giocare con i bambini o con i grandi?

Fondamentalmente sono due aspetti completamente diversi di approccio, entrambi con le loro difficoltà, ma entrambi, soprattutto con la loro bellezza. I bambini ti danno spontaneità, innocenza e ti sfidano nel capire chi sei, fino a dove possono arrivare. La tua sfida è rompere la barriera, dare a queste “ spugne umane” qualcosa di positivo da assorbire, per poter in futuro a loro volta dare. I grandi sono a loro volta una meraviglia, la sfida è entrare in schemi mentali ormai confezionati, per aggiustarli dove possibile e perchè anche loro possano dare ora ed in futuro.

Il basket è uno sport di squadra. Attraverso lo sport si possono veramente trasmettere valori ai giovani o ormai prevale l'agonismo esasperato?

Il basket è LO SPORT DI SQUADRA. E lo sport, di questi tempi, è uno dei pochi mezzi per trasmettere mentalità, educazione e rispetto. L’agonismo c’è, c’è sempre stato e sempre ci sarà è giusto che sia cosi perchè in fondo la sfida, la ricerca del risultato è un mezzo per il miglioramento. Per questo lo sport di squadra, rispetto allo sport indivuduale trasmette di pù, molto di più: convivenza, rispetto, lealtà, amicizia, appartenenza. E tra gli sport di squadra il basket è quello che per qualche ragione, sembra “restituire” belle persone più che qualsiasi altro sport.

A Riva si sono vinti tantissimi campionati. Un suo ricordo dei momenti più belli?

Il ricordo più bello sicuramente la promozione nell’allora B1, un emozione indescrivibile. Ma anche l’anno del primo posto in B1 mi ha regalato brividi importanti, peccato sia stato un sogno a metà, ma comunque da brividi. La città baskettara. Devo dire però che dal punto di vista personale, il record dei 50 punti non mi ha lasciato indifferente.

Lei ha giocato con tanti Rivani. Qual'è stato il più forte mai incontrato?

Sarebbe forse un ingiustizia stilare una classifica. Posso dire che potenzialmente quello che poteva spostare di più gli equilibri, ed ha spostato, è stato “Bruno” Marco Brunelli.

Secondo lei, vista la grande tradizione, Riva non meriterebbe un palcoscenico (magari anche un palazzetto) ben diverso per il basket?

Credo che la risposta sia scontata perchè è ovviamente SI!!!! Lo meriterebbe per tradizione, seguito, passione, bacino di utenza, iscritti e per mille altri motivi. A Riva (ma in questo caso credo che il problema sia collegato inevitabilmente anche ad Arco), non c’è un centro di aggregazione sportiva (quello che per fortuna almeno in estate è diventato il Manuel PlayGround). Una struttura di decenti dimensioni è necessaria per non disperdere l’enorme potenziale della Busa. Ma non solo per il basket.

Per lei quali sono le priorità per Riva del Garda?

Per Riva del Garda a parte le priorità sportive come già detto, credo sia importante per la città creare/sostenere attività legate ai giovani. Dai centri di aggregazione alle discoteche.

Per altre questioni non mi ritengo in grado di dare giudizi. Credo però sia fondamentale sfruttare il particolare momento legato al turismo internazionale che per forza di cose tende a dirottare nei nostri lidi risorse che poco tempo fà tendevano a sfuggire. Per questo credo bisogni lavorare e lavorare sodo per attrarre e non far scappare. Vedo molto bene iniziative di chiusura strade e restituzione al pubblico (residente e non) del territorio. Ovviamente non c’è medicina senza controindicazione, quindi accettare qualche disagio è necessario. Viabilità: discorso lungo e si sà già cosa manca.

Riva ti amo, perché…

Ti amo perchè sei un posto incredibile, unico nel suo genere, coinvolgente, poliedrico, pieno di sfaccettature, carico di risorse. Ti amo perchè sei diventata la mia casa e la casa dei miei figli. Perchè chiunque riesce a viverti non vorrebbe mai più lasciarti.


 
 
 

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