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Emily Morellato

  • rivatiamo
  • 29 set 2015
  • Tempo di lettura: 3 min

Intervista alla blogger rivana Emily Morellato

La definizione "blogger" le calza?

È facile cucirsi addosso il termine blogger, chiunque può esserlo! Il blog è un diario in rete, quindi la forma più elementare di scrittura proiettata nel bacino di pubblico più vasto. Non è necessario conoscere la sintassi, controllare la grammatica e nemmeno essere bravi con le subordinate, è blogger chiunque abbia qualcosa da dire e decida di farlo tramite i tasti del pc. Io mi limito a pubblicare quello che mi piace e cerco di farlo senza farmi influenzare, cosa molto difficile perché anche se scrivo in solitudine, il web è sempre acceso e ti condiziona.

Il suo blog www.hugsandviolence.com è un distillato di stile e design. Riva del Garda è una città che ha un suo stile?

Riva del Garda È uno stile, o meglio lo era. Contiene lo stile razionalista e decadente del periodo fascista, quello popolare e solare del centro storico, quello rilassato da riviera dei limoni e quello rigido e austero della Chiesa che per farsi sentire non perde un colpo (di campana). Vorrei che lo stile di Riva venisse preso più sul serio, vorrei dimenticare i numerosi tentativi di trasformare la nostra cittadina in una Milano Marittima lacustre o in una Campiglio senza neve. Perché vedere il posto in cui vivo truccata da discoteca mi mette addosso una gran tristezza.

I Rivani sono gente di stile oppure sono sciatti e trascurati?

Occupandomi di architettura e design faccio ovviamente riferimento alla ormai lobotomizzata Colonia Miralago, alla violentata Spiaggia degli Olivi, alla corrosa Casa della Trota, luoghi meravigliosi snaturati del loro stile e di conseguenza alla deriva. La politica, la selezione all’entrata e lo scarica barile li hanno rovinati (spero non) per sempre. Un luogo da cui prendere esempio? Il bar Ponale Belvedere, in cui stile e destinazione d’uso sono stati ripristinati alla perfezione. Preferisco la sciatteria autentica all’eleganza imitata.

Dai suoi post traspare anche una certa ironia. Ogni tanto vale la pena non prendersi troppo sul serio?

È fondamentale! Migliorano i rapporti con se stessi e con gli altri e risulta più facile dire: “Sono un coglione, ho sbagliato” e da lì ripartire. I panni sporchi si lavano in casa ma vanno stesi all’aperto, se no sanno di muffa.

Secondo lei perché le donne Rivane sono così riservate e dimesse? Ma lo sono veramente?

Le donne di Riva del Garda sono tante e variegate. Il termine “rivanelle” però, nella sua accezione negativa ben inteso, va dato a chi non ha ancora capito che in una città dominata dai bolognini il tacco 12 non è la scelta più intelligente. Per il resto siamo “rivane”.

Per lei quali sono le priorità per Riva del Garda?

Mio nonno diceva sempre che “Buon vicino fa milioncino”. A Riva un vicino che si dà da fare rompe solo i coglioni perché costringe ad alzare l’asticella del minimo indispensabile.

Riva ti amo, perché…

Riva ti amo perché sei pericolosa, regali l’illusione di vivere ne “I Vitelloni” ma ho paura che il risultato sia tanta carne in scatola. Riva ti amo perché per chi sa guardare offri paesaggi dal potere taumaturgico. Ok Riva, io ti amo, ma sei troppo bacchettona e se per caso ti scappasse di avere un cinema e un teatro non credo che finiremo tutti all’Inferno. Riva ti amo anche se ogni tanto ti odio.


 
 
 

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