Elvio Pederzolli
- rivatiamo
- 10 set 2015
- Tempo di lettura: 4 min

Intervista ad Elvio Pederzolli, ricercatore e storico di Riva.
Riva del Garda è un luogo molto florido dal punto di vista culturale. Concorda?
Riva del Garda è florida dal punto di vista culturale solo nel senso che è, per storia, definizione e caratteristiche, una terra di INCONTRI. Molto di più si può - e si deve - fare.
I suoi ultimi libri sulla storia del territorio sono stati molto apprezzati. Quanto è difficile il lavoro di ricerca?
Per chi come me fa, anche se non per mestiere (magariiiii), il ricercatore, la ricerca di per sé è una passione ed un sempre nuovo spunto... per cui non è di per se "difficile". Anche se richiede sempre e comunque una non indifferente mole di tempo, studio, lavoro e alla fine denaro. Più che il lavoro di ricerca, pesa il lassismo di certi ambienti che della cultura dovrebbero esserne ricevitori/trasmettitori e invece a volte sono i meno recettivi di ogni input in tal senso.
La vostra attività sui forti è meritevole e ha reso possibile riscoprire dei luoghi ai più sconosciuti. Come è nata la cosa e si svilupperà?
L'attività svolta a forte Garda (e non solo) rientra in un preciso format che l'Associazione Trentino Storia Territorio (che ho l'onore di rappresentare in qualità di presidente in carica) ha studiato, realizzato, proposto ed attivato sin dal 2013. Pur trattandosi di azioni legate al Centenario Grande Guerra, non sono assolutamente ferme solo a quel periodo e a quei tristi eventi. Anzi. Forte Garda nei nostri interventi è diventato un vero e proprio laboratorio, di spazi condivisi innanzitutto.... in sette giornate abbiamo fatto conoscere il forte ed il territorio a migliaia di persone, coinvolgendo oltre 30 figure tra Enti, altre associazioni, privati. Abbiamo ospitato gruppi musicali, cantine di vino, un birrificio artigianale, collezioni, artisti e soprattutto dato spazio a tante, ma tante, passioni.
Quali sono i rapporti con il MAG?
I rapporti con il Mag sono abbastanza buoni, in via di definizione e spero di perfezionamento. Negli anni passati, con una gestione diversa dall'attuale, le cose non sono andate proprio proprio bene. Cito solo la voluminosa (e per certi versi infinita) ricerca FIGLI NELLA TORMENTA, memorie e vicende di militari di Riva del Garda sui fronti della Seconda Guerra Mondiale. Un lavoro che ha prodotto sinora due volumi di 300 pagine l'uno di storie personali, documenti, immagini incredibili .... che il MAG ha suo tempo non seppe recepire. Basti pensare che in pubblicazioni successive del Mag non sono stati presi in considerazione dati importanti quali ad esempio i Caduti Civili a Riva (o di Riva) nei bombardamenti subiti, o foto di alcuni Partigiani (ad esempio). Ma sono molto fiducioso per il futuro, il Dott. Pellegrini si è dimostrato non solo attento, ma entusiasta di quanto sinora a lui proposto. Per cui ... sperem bem !!!
Ritiene ci possano essere le condizioni per appassionare i giovani alla storia rivana?
Senza dubbio. Nel mio piccolo, ho visto sempre molta curiosità ed anche impegno nelle giovani generazioni. Molto sta nel "modo" di raccontare la storia ed il paesaggio che ci circonda, molto sta nel farlo vivere in simbiosi con i propri passi. Spiace solo constatare quanto poco questo bellissimo territorio sia conosciuto da molti giovani.... Tanto bravi con Google Maps ed applicazioni varie, ma non abituati a muoversi e a conoscere luoghi affascinanti a due passi da casa. L'eremo di San Brizio, o San Giovanni in Pinza, questi sconosciuti, ma anche San Martino di Campi, per citare alcuni di questi luoghi.
Per lei quali sono le priorità per Riva del Garda?
Riva del Garda deve porsi degli obbiettivi chiari. Definirsi. Decidere chi vuole essere, fosse anche il porto di viavai che è sempre stato, ed agire e programmare di conseguenza. Ho spesso definito Riva come "bella senz'anima". Sarà che sto invecchiando, ma ricordo con nostalgia la Riva dei miei vent'anni, una Riva viva, con tante discoteche, per dire, locali ed attività (non solo ludiche, ma culturali) in pratica tutto l'anno. Bardolino alla sera? Ma chi ci andava allora? Venivano su loro, i veronesi, scendevano i bolzanini da noi, allora. Ci sono comunque tutte le risorse (ed in loco) perché le cose girino al meglio. Credo sia ora di finirla, semplicemente, di pensare al turismo. Bisogna pensare a chi la città la vive 365 giorni all'anno. Se creiamo e vogliamo una cittadina in cui si vive veramente bene, con i giusti spazi per tutti, avremo sicuramente un gran bel turismo che troverà non un museo di sé stesso, ma un luogo di vita e benessere.
Riva ti amo, perché…
Riva ti amo, perché non potrebbe essere altrimenti. Sono stato via da Riva 16 anni. Dovunque sono stato ho sempre vissuto. Ma il cordone ombelicale è sempre rimasto, nelle albe dal Ponale o nei tramonti dal Brione. Nel porto di lago che Riva è, nei vicoli silenziosi del Marocco, nelle serate di incontri, nei battelli addormentati delle notti d'inverno. Riva con la sua gente, pettegola sì alla fin fine, ma in grado di ridersela anche di questo, sicura del fatto suo. E del sapere, ogni giorno, di avere la fortuna di vivere in uno dei luoghi più belli al mondo.
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